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SCULACCIATE IN UFFICIO: PER IL GIUDICE "NON E' MOLESTIA, MA GOLIARDATA".

Vicenza: tre schiaffi sul sedere dati dal suo capo a una dipendente mentre passava tra le scrivanie. Il fatto risale al 2014. La procura: "gesto cameratesco".


Una sculacciata data in ufficio, seppur davanti agli altri colleghi, ma con "spirito goliardico", e senza morbosità, non sconfina nella violazione penale. Questa è la decisione assunta dal Gip del Tribunale di Vicenza che ha archiviato un'inchiesta a carico di un dirigente 38enne accusato di violenza sessuale da un'impiegata.

La donna, in tre distinte occasioni, aveva ricevuto dal 38enne, suo diretto responsabile, delle pacche sul sedere mentre passava tra le scrivanie. Lo aveva accusato anche di ingiurie, per il modo brusco con cui veniva invitata a svolgere le sue mansioni; ossia le sculacciate erano condite da frasi tipo "Muoviti che devi finire quella pratica". L'uomo, che dirige l'ufficio amministrativo di una ditta commerciale, si era nel frattempo scusato con l'impiegata, ma questa aveva comunque presentato denuncia per violenza, sottolineando di essersi sentita molestata ed umiliata come donna, oltre che come lavoratrice.

Ma il Pm e il Giudice sono stati di diverso avviso, sulla scorta delle testimonianze dei colleghi. Secondo loro "non c’era stata morbosità, né violenza, né punizione; la sculacciata era un gesto goliardico per invitare la segretaria ad essere veloce con le pratiche" dunque, pur trattandosi di un gesto "generalmente censurabile", in questo contesto non avrebbe presentato ipotesi di reato sostenibile in giudizio.

E quindi l’indagine è stata archiviata.


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