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CONSULTAZIONI ELEZIONI 2018: QUANDO INIZIANO E COME FUNZIONANO.

Oggi, 04 aprile, iniziano le consultazioni in Quirinale: sappiamo bene cosa sono e come funzionano?

In seguito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, nessuna forza politica o coalizione ha raggiunto la maggioranza dei seggi; pertanto il Presidente della Repubblica, come da consuetudine, convoca in Quirinale i diversi partiti che hanno ottenuto una rappresentanza parlamentare e avvia le consultazioni.


Quando iniziano e come funzionano

Iniziano il 04 aprile 2018. Per prassi consolidata Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra prima i presidenti delle due camere - Maria Elisabetta Alberti Casellati (Senato) e Roberto Fico (Camera) - poi il presidente emerito Giorgio Napolitano e infine, uno dopo l'altro, i leader di tutti i gruppi parlamentari. Ascolta l'opinione delle varie forze politiche su come formare il prossimo governo e sulla possibilità eventuale di essere in grado di ottenere una maggioranza. In poche parole "sonda il terreno" per capire quali margini ci sono per la formazione di un nuovo governo e cercherà di individuare un nome condiviso a cui affidare il delicato compito di formare una rosa di ministri, quindi un governo.


Ipotesi 1: mandato esplorativo

Non è obbligatorio che il Capo dello Stato dia direttamente l’incarico a qualcuno per formare un nuovo governo. Il Presidente può inizialmente attribuire a una figura politica un “mandato esplorativo” (anche se non espressamente previsto dalla Costituzione).

Questo avvenne anche nel 2013, quando l’allora presidente Giorgio Napolitano affidò un mandato esplorativo all’allora leader del PD Pierluigi Bersani che, però, non ebbe esito positivo.

In altri termini designa una persona per cercare di formare attorno a questa una maggioranza e, qualora dimostri di averla, può dargli un mandato, mentre diversamente potrebbe iniziare un nuovo giro di consultazioni.


Ipotesi 2: ritorno alle urne

L’extrema ratio in caso di mancate intese su qualsiasi maggioranza è il ritorno alle urne nei prossimi mesi, ma possiamo immaginare che Mattarella voglia cercare qualsiasi soluzione per evitare tale possibilità.

In questo caso potrebbe trattarsi di una procedura più complessa del solito. Se nei casi in cui una coalizione avesse raggiunto da sola la maggioranza le consultazioni sarebbero state quasi una mera formalità; ben diverso è questo processo in questo caso, in cui le elezioni non hanno portato ad alcuna maggioranza.

In questo caso il Capo dello Stato valuta se e con quale maggioranza un esponente politico è in grado di formare un governo con una maggioranza.


Ipotesi 3: la ricerca di una maggioranza

Il centrodestra è stato la coalizione più votata, ma ha solo 260 seggi (per avere la maggioranza ne servono 316) alla Camera e al Senato 135 (qui la maggioranza richiesta è di 158), e per poter governare ha bisogno di una sponda.

È possibile pensare che si formi un governo di coalizione tra Lega Nord, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle, dal momento che tra i partiti esistono punti comuni e insieme avrebbero i numeri per governare, così come un’altra possibilità vedrebbe i pentastellati accordarsi con il Partito Democratico e Liberi e Uguali per governare.

Dopo il voto, sono iniziate le trattative tra i partiti per tentare di definire una maggioranza parlamentare in grado di sostenere un governo.

In questa cornice sono state un punti di snodo cruciale le elezioni dei presidenti delle due camere.

In ogni caso, tutto è rimandato a quello che deciderà di fare Mattarella.


L'incarico

Una volta concluso il passaggio dell’individuazione del premier, il presidente della Repubblica chiama al Colle questo politico per affidargli l’incarico (o il preincarico). Il selezionato, a questo punto, può accettare l’incarico pieno o accettarlo con riserva. In questo caso a sua disposizione avrà dei giorni che verranno usati per confrontarsi con tutte le forze politiche e valutare la fattibilità di un governo guidato da lui. In caso di esito positivo, scioglierà la riserva. E accettando l’incarico dovrà trovare una rosa di ministri per la formazione del governo. Dopo averli presentati al Colle e aver ricevuto il sì del Capo dello Stato, quest’ultimo nomina i ministri, che dovranno poi fare solenne giuramento al Quirinale.


Formula rituale di giuramento

"Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione.

Sta poi al nuovo Presidente del Consiglio ottemperare al meglio, con intenzioni ed azioni, il suo giuramento.


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